Il Circus della Formula 1 continua a suscitare notevole interesse sia tra gli appassionati che a livello mediatico. Ma qualcosa non va
Il mondiale di Formula 1 del 2024 si risolverà molto probabilmente come quello del 2023, con la vittoria schiacciante della Red Bull di Max Verstappen. Il team anglo-austriaco e il pilota olandese formano un’accoppiata quasi imbattibile, almeno per il momento. Forse solo la Ferrari sembra in grado di insidiare nel corso dell’anno le micidiali vetture realizzate dal solito Adrian Newey.
Niente però che possa scalfirne l’egemonia in tempi brevi: per rivedere un mondiale aperto e combattuto bisognerà attendere la prossima stagione, quando Lewis Hamilton farà il suo esordio alla guida del Cavallino Rampante. O forse nel 2026, l’anno in cui la Formula 1 sarà stravolta dai nuovi regolamenti.
Si tratta comunque di una Formula 1 molto diversa da quella in cui Michael Schumacher dominava la scena iridata e il fratello minore, Ralf, era capace di salire a più riprese sul podio. L’ex pluricampione del mondo vive sotto costante assistenza medica da oltre dieci anni a causa delle conseguenze del drammatico incidente avvenuto sulle nevi di Meribel.
L’ex pilota della Williams è invece diventato uno dei più apprezzati commentatori televisivi delle gare di Formula 1. I suoi interventi sulle frequenze di Sky Deutschland lasciano spesso il segno e alimentano al tempo stesso dibattiti e polemiche tra gli addetti ai lavori.
Ralf Schumacher, le frasi spiazzano tutti: l’ex pilota della Williams sogna una rivoluzione
L’ultimo in particolare è destinato a suscitare un’ampia discussione all’interno del Circus e della stessa Federazione Internazionale. “L’ormai 42enne Fernando Alonso guida con noi – ha dichiarato Ralf –. Ovviamente non ho nulla contro di lui, ma non può essere l’obiettivo della Formula 1 quello di invecchiare sempre di più”.
Ralf Schumacher fa poi riferimento all’esordio in un Gran Premio di Formula 1 del diciottenne pilota inglese Oliver Bearman che ha sostituito alla grande Carlos Sainz alla guida della Ferrari. “Era importante che qualcuno arrivasse, venisse lanciato e ottenesse un buon risultato. Tutte le squadre avevano quasi paura di assumere nuovi piloti. Speriamo che questo porti all’ingresso di nuovi talenti”.
Proprio il caso dell’appena maggiorenne pilota inglese dovrebbe essere da esempio per tutti gli altri team: “Il motorsport ora ha il raffreddore verso la prossima generazione e poi avrà la tosse – ha aggiunto con ironia – quando gli sponsor, gli investitori, i padri non crederanno più nel sostenere i giovani talenti perché tanto non arriveranno da nessuna parte”.
